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RADIO CORA


La Comunicazione è un mezzo strategico nella vita di qualsiasi società. La responsabilità della vigilanza sulla gestione dei mezzi d'informazione è compito dello Stato: progressista o conservatore, se ha a cuore il bene della Nazione e si erge a "democratico", oggi con quello stesso famoso manifesto del '44, credo debba trasmettere ai suoi Cittadini questo moderno messaggio:
quel "nemico" è un non-amico, che ha in se la potenzialità di essere un alleato nella guerra contro il pregiudizio; si chiede di "TACERE", perchè è il silenzio (!) l'atteggiamento giusto per ascoltare...  e cercare di capire.


l'ultima ricetrasmittente di Co.Ra utilizzata da "Nelson"
CO.RA. - in originale: la radio utilizzata da Nelson, dopo gli arresti di Piazza D'Azeglio
                                          mod. BC728 portable
Gli incarichi affidati  a Nelson, furono molteplici e bene riassunti nei rapporti informativi pubblicati; quello che non compare però fra quelle pagine dattiloscritte, è il suo racconto da testimone. Limato da lui con l'età, lo rileggo assieme a chi è curioso del passato di Firenze e pensa come me, che "guardare indietro" debba servire a far tesoro degli errori, per camminare il presente più felici  e poter vivere la parte del futuro che ci spetta...
                 
                                       Buon vento!
                                                               Velaccino        

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Un racconto olografo di Giuliano Calcini "Nelson":


==5 Novembre 1989==
Quante lamentele per il dover aspettare troppo a lungo,un mezzo pubblico di trasporto! Io devo fare ammenda nel ricordarmi che proprio un mezzo pubblico di trasporto mi ha salvato da una grave situazione in cui ero incappato. Sì,devo molta riconoscenza ad un "tramvai," che arrivò proprio in tempo e mi salvò dall'arresto e da altre immaginabili e forse gravissime conseguenze... Vi recconto: Quel giorno,non mi ricordo quando -ma è facilmente rintracciabile la data e l'ora presso l'Istituto Storico ella Resistenza di Firenze- come capitava spessissimo,Carlo Campolmi mi aveva dato appuntamento ad un'ora precisa,all'angolo di piazza Beccaria con il viale che va verso l'Arno,ora viale della Giovane Italia: la puntualità cronometrica era "vangelo" per la nostra organizzazione militare clandestina e sempre rispettata dal mio gruppo. Come al solito ci dovevamo scambiare le informazioni raccolte,per poterle elaborare ciascuno per le proprie competenze e la successiva distribuzione: al Comitato Militare,al CTLN o a Radio CORA. Io di solito, li tenevo scritti su carta di riso finissima in un rotolino piccolo piccolo,nascosti nel basco o in tasca; quel giorno,di rotolini ne avevo diversi.

L'incontro doveva essere rapido come al solito, per dare la sensazione di essere casuale; il tempo cioè di un saluto e lo scambio di poche frasi. Venivo da casa: da via Atto Vannucci e come sempre,me l'ero fatta a piedi. Lo preferivo, perchè il camminare svelto e girare per Firenze ad ogni angolo,mi dava la possibilità di controllare e "seminare" eventuali pedinatori -come sempre ero attentissimo-. Ricordo che da piazza Donatello,avevo percorso il viale sulla sinistra,per cui stavo attraversando piazza Beccaria di traverso quando,passando di fronte alla "Porta" -lato Borgo la Croce- vidi li sotto un "compagno",appoggiato alle pietre,come in attesa. Poiché sui due lati della "Porta" passava il "tramvai",c'era gente ferma. Non feci caso ad alcun altro particolare e tutto mi sembrò normale come il suo sguardo; per cui feci un piccolo cenno di saluto con la testa,senza fermarmi.

A ripensarci,fu quel gesto a tradirmi perchè subito fui assalito e circondato da sette od otto energumeni,che mi si gettarono addosso agguantandomi da ogni parte: mi intimavano ordini ad alta voce mentre un ometto,che riconobbi come un custode dell'istituto di matematica,m'indicava come "quello che cercavano tra gli altri" -all'epoca ero iscritto alla facoltà di ingegneria e frequentavo l'Istituto-. Divincolandomi inutilmente,giuravo gridando,fossero matti in preda ad un abbaglio e mentre quelle prese cercavano di trascinarmi verso l'arco,il "tramvai" s'avvicinava suonando la campanella: tutta quella gazzarra era proprio lì: sopra le rotaie! Fu questione di attimi e la scena s'allargò: urlavamo tutti, anche qualcuno di quelli in attesa del tramvai che assistevano perplessi e non capivano: erano tutti in abiti borghesi e qualcuno,come è caratteristico dei fiorentini,cominciò anche a difendermi: io,"un giovane aggredito da energumeni". Il tramvai sferragliando e suonando il campanello stizzoso,si bloccò: il conducente si sporse dal finestrino e bestemmiando,ci appellò come "imbecilli che intralciavan la manovra" e i passeggeri scesero a valanga,facendo ressa con quelli a salire... Anche quella volta,fu questione di secondi infiniti: loro che mi stavano arrestando,ebbero un attimo di esitazione ed io scappai via,che sembravo Beccali e quelli, mi rincorsero! Fui più veloce e dopo tre o quattro angoli di strada, non li vidi più e decisi di correre verso l'Arno e la foce dell'Affrico. Lì infatti c'era -e c'è ancora- un villino di lusso", con un ingresso che aveva diverse uscite:evidentemente scelsi bene,perché dopo un paio d'ore,uscì da quella del retro,tranquillo come una pasqua e ritornai a casa a piedi. Da mia madre,seppi che nel frattempo,c'era stata la visita della donna di casa di Ronconi -la Terzi-. Insieme a due "miei amici"(penso Gianni Facca ed il biondino franco: l'italo-spagnolo) avevano frugato financo nella cenere dei fornelli,in cerca di armi o documenti,senza trovare nulla che potesse compromettere la mia famiglia,me o l'organizzazione.

Avevano detto a mia madre che ero stato arrestato dalla "banda Carità" insieme a numerosi altri compagni in Piazza Beccaria,ma lei rimase calma e mi disse(e sempre confermato)che aveva lasciato fare questi amici,convinta si stessero sbagliando: certa che non mi avevano arrestato,perchè se "lo sentiva"... sarei tornato puntuale,come infatti avvenne.
La "razza" Pinotti-Calcini ne aveva viste di ben altre, fra nonni e zii, e sapeva come comportarsi in quei frangenti...Ma anche: che fortuna!
Gli altri compagni arrestati,furono torturati ed inviati in campi di concentramento in Germania;come Max Boris... e altri uccisi. Quel giorno in piazza Beccaria,successe qualche cosa di molto strano per noi di G.L.: come mai a quell'ora tanti di noi,ignari l'uno dell'altro,ci si trovava tutti lì? Indubbiamente fu una "trappola" contro la nostra organizzazione e molto ben preparata: c'era stato un tradimento...un'infiltrazione? Comunque a Firenze,noi di G.L.,sapemmo riprenderci e continuare il lavoro clandestino.Lo ripresi il giorno dopo e mi aumentò,perchè dovetti riorganizzare tutto il servizio e dirigerlo da solo sino a pochi giorni prima dell'insurrezione.
Impossibile dimenticare...
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testimonianza di Carlo Campolmi 
( cliccare nell'angolo in alto a dx per ingrandire )


Rapporto di Pippo su Carlo Campolmi
Testimonianza di "Pippo" ( M. Ducceschi )


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         Divisione "Giustizia e Libertà": originale del rapporto informativo sulla sua attività 
                                          ( cliccare sull'angolo dx in alto per ingrandire )
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Nelson, rivela OLGA (Monsani?)... un'altra importante Partigiana combattente protagonista di Co.Ra.
 
Archivio G.Calcini

Olografa di Nelson (Giuliano Calcini)





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